L’occhio a quel che ci unisce

E’ un Club vivace, dialettico, intensamente dialettico: ma anche questo è segno di vitalità e soprattutto Club concreto, positivo e propositivo, il Treviglio e Pianura Bergamasca. La nostra storia non solo recentissima, ma anche un po’ più… sedimentata, conferma questa dialettica vivace del Club in più di un’occasione. I seniores lo sanno, l’hanno vissuto, ne hanno fatto (forse) tesoro, gli juniores potranno prenderne atto e farsene non solo una ragione, ma forse persino un punto d’orgoglio, un segno distintivo.

Quanto abbiamo vissuto anche recentemente, come espressione di dialettica in seno al Club, è del resto esperienza che anche altri Club, se vitali e animati dalla sincera passione, hanno vissuto. Segno che il nostro Club, come questi altri, non è esangue, decotto, sfibrato, ma è invece vitale. Ma se la dialettica è segno di vita, la difficoltà e l’impegno, anzi la sfida di tutti noi, è restare comunque nell’alveo delle modalità di confronto codificate da millenni di storia del pensiero e dell’azione che caratterizza il cammino della civiltà occidentale e, nella fattispecie, della nostra cultura europea, senza rischiare di andare un tono sopra le righe. Un club, prima ancora che una qualsiasi altra aggregazione, lo richiede, perchè è fatto da amici, o, quanto meno, da persone che tendono allo stesso obiettivo comune e si riconoscono nei medesimi valori.

Non è uno scandalo avere differenti approcci emotivi o logici, alle più svariate tematiche affrontate nel cammino comune, specie se sono, qualche volta, di forte impatto nella vita del sodalizio, ma è invece oltremodo rischioso, ai fini della compattezza ed unitarietà del club non riuscire a “staccarsi dall’agone”, non riuscire a rispettare il canonico “time out”, che ogni allenatore e giocatore di basket ben conosce ed apprezza, perchè può aiutare a rivedere le nostre posizioni un poco più lucidamente, tolto dagli occhi, magari anche solo con una passata della manica sul viso, il sudore che nell’agone ci stava acciecando. Questo, in estrema sintesi, il commento che il bollettinaro si sente di fare a proposito dell’assemblea di ieri sera che intendeva deguare il Regolamento interno alle modifiche già approvate dal nostro Club nella presidenza Belgieri, in giugno, e in sintonia con quanto proposto dagli Organismi distrettuali: nessuna posizione è prevalsa, nessun sostenitore dell’una o dell’altra ipotesi è uscito vinto o vincitore. Il segnale raccolto è stato che l’ascolto reciproco può e deve essere d’aiuto ad entrambe le parti per individuare la rotta migliore, e il rispetto che dobbiamo tutti portarci l’un l’altro è il migliore viatico. A suffragio di questa mia tesi mi piace “rubare” un bell’aforisma di Hernest Hemingway: “Oggi non è che un giorno qualunque di tutti quelli che verranno, ma ciò che faremo in tutti i giorni che verranno potrebbe dipendere da quello che faremo oggi”. (Marco Carminati)